La tua formazione è piuttosto eterogenea, conseguendo due laure diverse in paesi diversi. Hai seguito un percorso preciso per arrivare a quello che stai facendo adesso?
Ho unito due grandi passioni: la storia dell’arte con lo studio dei sistemi politici. Tutto quello che ho immagazzinato è stato il primo passo per la mia ricerca, la mia tesi interdisciplinare la ricordo come un periodo ricco di spunti e di rigore. Agli studi aggiungerei “la palestra vita” fondamentale per poterti muovere. Viaggiare lo trovo basilare per potere avere una visione completa del proprio lavoro. Adoro lavorare negli Stati Uniti, in particolare modo in California. Tutto può essere realizzato, basta credere e lavorare su se stessi!
Come vedi il sistema italiano dell’arte?
A tratti estremamente professionale, ma nello stesso tempo molto chiuso e timoroso di confrontarsi. E’ uno spaccato delle divisioni interne di un paese controverso. Stiamo, comunque, vivendo un periodo d’oro nel quale la professionalità di curatori, critici sono riconosciute con incarichi: in musei, mostre, biennali, fiere. C’è una nuova generazione di curatori stimati, che lavorano all’estero, con una solida rete di contatti, abituata a confrontarsi con un ambiente internazionale.
I tuoi rapporti internazionali ti permettono di registrare differenti approcci all’arte e alla cultura rispetto al panorama italiano?
L’ arte, all’estero, viene vissuta in modo più corale, non esistono lotte intestine politiche nelle quali si cerca di creare epurazioni o strumentalizzare le mostre. Vogliamo parlare delle diatribe che vengono sostenute ogni volta che in Italia viene commissionato un lavoro da un architetto? Se ho iniziato parlando degli aspetti lavorativi, nella sfera personale l’arte viene vissuta come un momento social – educativo. Si va al museo con tutta la famiglia, per incontrare gli amici, i musei non sono solamente frequentati dagli addetti ai lavori. Non si hanno preconcetti nei confronti della cultura contemporanea.
Come nasce un tuo progetto curatoriale?
Ci sono varie fasi. La prima è la ricerca. La visita agli studi degli artisti, gli incontri, le letture e la documentazione. La seconda è la committenza da parte: di un Padiglione della Biennale, un museo, una fiera o l’Università. In realtà è molto complesso, ed ogni fase è delicata, non per ultima la sua sostenibilità economica.
Cosa pensi della fotografia italiana?
La trovo interessante. In particolare modo: l’interpretazione sull’architettura e sul paesaggio di Marco Zanta (penso ad esempio alle serie “Urban Europe” e “Rumore Rosso”), Claudio Gobbi con il progetto di foto – installazione ”Armenie Ville”, Massimo Siragusa con il suo libro ”Teatro d’Italia”, Maurizio Montagna, Gianpaolo Arena, Luisa Zanzani con la serie “Adria”. Ovviamente Gabriele Basilico e Luigi Ghirri, nei suoi lavori potrei perdermi ed assaporare i ricordi della riviera Adriatica e gli scorci di una provincia carica di sentimento.
Attualmente a cosa stai lavorando?
Sono Associate Curator del Padiglione delle Maldive Disappearance as Work in Progress – Approaches to Ecological Romanticism Curato dal CPS – Chamber of Public Secrets, alla 55a Biennale di Venezia. Per la prima volta le Maldive sono presenti alla Biennale di Venezia, con un topic importante: il cambiamento climatico. Il Padiglione delle Maldive è uno spazio eco-estetico, una piattaforma per gli attivisti, gli artisti e i pensatori. Oltre alla mostra permanente alla Fondazione Gervasuti, un fitto calendario di presentazione di libri, talks, collaborazioni internazionali, performances e mostre brevi si susseguiranno nei sei mesi. L’intenzione è di fornire una significativa esperienza estetica e la profonda conoscenza del concetto di romanticismo ambientale contemporaneo in relazione alla natura e alla cultura delle Maldive. In questo modo, il pubblico può applicare le proprie conoscenze e le esperienze quotidiane per la comprensione e l’apprezzamento di questo particolare caso ambientale.
Tre parole chiave che definiscono l’arte oggi.
Veloce – Trasversale – Totalizzante
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Immagine © Camilla Boemio