“La Carte d’apres nature” esposizione a cura di Thomas Demand al nuovo Museo Nazionale di Monaco.
Paola Ghirri mi aveva anticipato di questa mostra, parlandomi dell’attenzione rivolta da Thomas Demand ad una corposa selezione di immagini di Luigi Ghirri. Su questa scelta accurata e coerente, Demand ha imbastito relazioni con le opere di Magritte e degli altri artisti partecipanti. Non ho visto la mostra ma ho acquistato il catalogo, è molto bello ed evidenzia, senza equivoci, il ruolo centrale del lavoro di Ghirri. Una logica fin troppo semplice sembra legare il tutto ma, in questo caso, la semplicità è sinonimo di “chiarezza” concettuale, in luce, sia nella precisione curatoriale di Demand, sia nella ricerca artistica dell’autore italiano. La profondità della visione di Ghirri appare in tutta la sua forza, nonostante lo sguardo fosse stato così lieve e leggero sul mondo. Tutto il catalogo è armonico, pur nella differenzazione dei linguaggi delle opere.
Articoli sulla mostra circolano in rete e confermano l’importanza (e la scoperta) della poetica ghirriana e una domanda viene legittima, la domanda del titolo “And why is he not better know?” tratta da una recensione su TATE ETC. leggete qui…
Un’altra domanda, a seguire, la pongo io: quanto tempo impiegheremo noi italiani tutti: artisti, curatori, critici, giornalisti, politici e via dicendo, per capire l’importanza di fare “sistema”, insieme uniti, e sostenerci per il confronto con il resto d’europa e del mondo?
Ho letto l’articolo di una famosa rivista italiana d’arte del mese di novembre scorso, riguardo alla medesima mostra, piccolo esempio a confermare quanto detto sopra, dove Ghirri viene elencato fra i partecipanti e niente più.
“La Carte d’apres nature” Essay by Christy Lange. Texts by Thomas Demand, Tacita Dean, Rodney Graham and Luigi Ghirri. Design by Naomi Misuzaki. MACK, 2010. 4 colour. 144 pp., 25 x 34 cm (catalogue) and 64pp., 23 x 27 cm (booklet)
Nelle foto:
interni del catalogo (in allegato anche il facsimile di un impaginato, progetto di un piccolo libro di fotografie di Luigi Ghirri)
belle domande, marco!
a cui però è difficile dare risposte senza rischiare di cadere nel qualunquismo tipico del nostro paese.
meglio continuare a lavorare con coerenza ed onestà,
con la speranza che un giorno o l’altro arrivi un Demand anche per noi… ;-))
riguardo alla recensione della “famosa rivista italiana d’arte” probabilmente non hanno nemmeno fatto la fatica di farsi spedire il catalogo della mostra, ma credo anche che ci sia sotto qualcosa di più e cioè un certo atteggiamento superficiale e snob da parte di chi lavora nel mondo dell’arte verso la fotografia in genere.
so di dire una cosa un po’ azzardata, ma come ti spieghi allora che molti nostri colleghi quando sono pubblicati su una rivista di quel tipo debbano darsi un tono definendosi “artisti fotografi”?
Comment di andrea il 2 February 2011 alle 07:31